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Passaggi verso l’autonomia. L’inserimento in asilo

ll primo ingresso a scuola

I primi giorni di asilo segnano un passaggio molto delicato nel percorso di crescita di un bambino, i tempi e le modalità attraverso cui si compie questo passo importante non sono uguali per tutti e dipende dalle caratteristiche individuali di ognuno. Ogni bambino, fin dai primi anni, sente la spinta ad aprirsi al mondo e ad agire mosso dalla sua volontà, a condividere nuove esperienze con altri bambini come lui, ma non sa farlo da solo, è necessaria la presenza di adulti da cui si senta accompagnato. 

La scuola è certamente il luogo dove per la prima volta un bambino percepisce di essere parte di una collettività, fuori dal “rassicurante” contesto familiare, e ciò che ha vissuto fino a quel momento non è indifferente. 

Il passaggio verso l’autonomia

L’ autonomia verso cui il bambino tende e che, nei primi giorni di asilo, viene da lui avvertita in modo chiaro, ovviamente, è ancora una condizione in germe e può attrarre o spaventare, richiede pertanto delle figure di riferimento che facciano da ponte tra casa e scuola, e in questa fase è fondamentale sia il ruolo dei genitori che quello delle maestre. 

È bene anche dire che autonomia non è autosufficienza. Ci può essere un bambino già capace di provvedere alle necessità primarie, ma non essere per niente autonomo, come pure può esservi un bambino non autosufficiente ma più autonomo, perché l’autonomia, al contrario dell’autosufficienza, è qualcosa che riguarda un processo interno che comporta un minimo di stabilità e di adattabilità alle circostanze esterne, dove i cambiamenti e l´incontro con gli altri non determinano grandi traumi, ma siano occasione per nuove esperienze di crescita. 

L’autonomia è un lenta conquista che certamente è in relazione con il grado di incarnazione raggiunto; un io debole o poco centrato nel corpo, rallenta il processo di autonomia di un bambino.

Preparare l’ingresso a scuola 

A volte gli avvenimenti accadono improvvisamente e c´è solo da sostenere il bambino attraverso gesti di conforto, parole o rafforzando i ritmi già acquisiti perché garantendo un terreno sicuro si possano meglio elaborare le situazioni impreviste che rompono equilibri raggiunti, ma l’ingresso a scuola è normalmente prevedibile, e può essere preparato in tempo.

Affinché l’ingresso a scuola avvenga in modo sereno, sia pure con tutte quelle esitazioni che sappiamo essere parte di questa esperienza, è necessario curare precedentemente la qualità dei primi legami, in modo da favorire il naturale desiderio del bambino di intraprendere nuovi incontri ed esperienze, avere uno sguardo attento e rispettoso delle caratteristiche individuali di ognuno. E questo è possibile quando la relazione primaria non è basata unicamente sull’istinto ma su un’azione combinata di pensiero, volontà e sentimento che permettono di guardare anche al futuro del bambino. 

Se non c´è consapevolezza dei propri gesti nei confronti di un figlio piccolo si tende a far prevalere i propri bisogni, che possono essere o di tenerlo fisicamente attaccato a sé, per il piacere di farlo o per l’ansia di doversene separare, o, al contrario, di prendere le distanze troppo precocemente. Da questo punto di vista non si può dire per esempio per quanto tempo è giusto allattare o quando cominciare a riprendere i propri spazi: ciò che è importante è la disponibilità a lasciarsi guidare dal buon senso, cioè da una buona sensibilità al di là dei propri bisogni o dalle mode del momento in fatto di maternità. 

Sicuramente intorno ai due anni il gesto di una mamma deve gradualmente passare da un tenere il bambino raccolto in sé ad una affettuosa consegna al mondo, continuando a svolgere un compito di sostegno; diventare cioè per il figlio, più che un guscio che chiude, una base sicura da cui partire, da un legame contrassegnato dall´attaccamento ad una relazione in cui ci si guarda e insieme si guarda il mondo. In questo senso il seno che nutre e che mantiene il figlio in uno stato di fusione e di dipendenza con la mamma deve essere sostituito a poco a poco dagli sguardi, dalla parola, dal gioco, da piccole azioni condivise, cioè da tutto quello che nutre la relazione e insieme apre al mondo. 

In questa fase è importante il ruolo del papà che, come figura “diversa” e intermedia tra la mamma e la realtà esterna, facilita l’inserimento a scuola, creando un ponte che permette di superare l’ansia da separazione. 

Il ruolo della scuola: ritmi e gioco

La scuola da parte sua deve poter offrire ai bambini, in questo graduale distacco, un ambiente che sia in continuità con il contenimento materno ma anche rispettoso della nascente autonomia del bambino piccolo accompagnandolo nelle prime esperienze sociali senza la mamma e il papà.

L’asilo Waldorf ha una particolare cura per questi due aspetti: l´elemento del ritmo, di una ripetizione di gesti quotidiani rassicuranti e contenitivi che costituisce la base sicura in cui i bambini ritrovano la loro origine e la dimensione intima da cui partire, grazie alle cure amorevoli della maestra, ma anche il gioco libero e l’ampio spazio dato alla libera iniziativa e al movimento nel rispetto dei tempi di ognuno. Questo permette ai bambini di crescere in autonomia e in armonia in questo delicato passaggio dalla casa alla scuola.

                                                                                                                                            Francesca Vassallo                


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